giovedì 9 ottobre 2014

Sei anni allo stupratore di una tredicenne, condannato sei anni dopo la violenza

Sei anni allo stupratore di una tredicenne, condannato sei anni dopo la violenza. Già questi tempi sono inauditi, per qualsiasi persona che subisce. Se a subire la maledetta violenza è una tredicenne, figuriamoci!


Ieri pomeriggio sui social è uscita la notizia della condanna a 6 anni allo stupratore di una ragazza di 13 anni.  La condividiamo con voi, con sentimenti misti di soddisfazione (seppure amara, perché in presenza di stupri non c’è soddisfazione) e di grande tristezza nel leggere i commenti alla notizia, alcuni dei quali orientati, al solito, a dare la colpa alla ragazza. 

Lavoro lungo quello culturale, necessario affinchè la Convenzione di Istambul non sia solo un pezzo di carta ratificato, ma rappresenti un comportamento sociale diffuso. Il pregiudizio, il sessismo, spesso interiorizzato anche dalle donne, fanno male, malissimo, così come l’omofobia, il razzismo e la categorizzazione del mondo, che non sa elogiare il pregio della differenza. 





Giustizia Il trentenne minacciò la vittima afferrandola per il collo. Il ricatto: «Se racconti qualcosa succederà di nuovo»

Tredicenne violentata, condannato l'amico
L'uomo seguì la ragazzina nei bagni del Lido. La sentenza: sei anni e mezzo
BOLZANO — Violentò una conoscente di tredici anni nei bagni del Lido di Bolzano, minacciandola poi di rifarlo se la ragazzina avesse raccontato l'episodio. Kirk Bertecche, bolzanino di 34 anni, è stato condannato dal Tribunale di Bolzano in composizione collegiale presieduto dal giudice Carla Scheidle a sei anni e sei mesi di reclusione. I giudici del primo grado l'hanno ritenuto colpevole dei reati di violenza sessuale nei confronti di una minorenne, violazione di domicilio e minaccia. Il verdetto dovrà ora passare al vaglio dei giudici del secondo e terzo grado, se i legali dell'uomo Nicola Nettis e Sara Carsaniga decideranno di ricorrere in appello. Il collegio bolzanino ha contestato al giovane anche due aggravanti: quella di aver commesso il fatto nei confronti di una persona minore di quattordici anni «abusando delle condizioni di inferiorità fisica» della ragazzina, nonché quella di aver profittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa da parte della vittima. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti il fatto sarebbe avvenuto nell'estate del 2008 al Lido di Bolzano. Sotto choc, per un anno la ragazzina non raccontò a nessuno della propria esperienza, che venne alla luce solo in un momento successivo, quando, affidata alle cure di uno psicologo, la ragazzina iniziò a ricostruire i fatti. Nel corso del processo, che si è aperto nel settembre 2011, l'imputato aveva chiarito di aver frequentato spesso il Lido nell'anno della presunta violenza per avervi accompagnato la figlioletta di otto anni. Secondo la ricostruzione dell'episodio effettuata dagli agenti della questura di Bolzano cui era stata affidata l'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Donatella Marchesini, l'uomo avrebbe seguito la ragazzina nei bagni femminili del Lido, assicurandosi innanzitutto che all'interno non vi fosse nessun'altra donna. A quel punto l'uomo avrebbe aperto con forza la porta del bagno all'interno del quale si trovava la ragazzina, riuscendo ad aprirla provocando lo sgancio della chiusura interna del chiavistello grazie ad alcuni colpi ben assestati dall'esterno. Bertecche si sarebbe poi chiuso la porta alle spalle in modo che la sua presenza non venisse notata da nessuno. Solo allora l'uomo avrebbe afferrato con forza e violenza la bambina, tirandola verso di sè dopo averle tolto il costume da bagno. Nel corso dello stupro l'uomo avrebbe spinto con forza la ragazzina con le spalle contro il muro, costringendola in questo modo a subire un rapporto sessuale completo. Dopo la violenza il giovane si sarebbe anche assicurato che la ragazzina non riferisse a nessuno dell'accaduto. Bertecche avrebbe così preso la minore per il collo, alzandola da terra e minacciandola che l'episodio si sarebbe ripetuto se la giovane avesse raccontato a qualcuno dell'accaduto. Il collegio ha disposto anche nei confronti dell'imputato le pene accessorie dell'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, da qualunque incarico attinente alla tutela, alla curatela e all'amministrazione di sostegno, nonché da qualsiasi incarico all'interno di istituti scolastici di ogni ordine e grado, nonché da ogni servizio e istituzione pubblica. Silvia Fabbi

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